Se solo fino a due anni fa la parola “podcast” poteva apparire come esotica per molti di noi e far sorgere dubbi nella mente di chiunque, oggi quasi nessuno può dire di non averla sentita nominare almeno una volta nella propria vita.
Anzi, nel 2021 quasi nessuno di noi può dire di non aver mai ascoltato un podcast.
“E’ uscito il nuovo podcast di Fedez”
“Michelle Obama ha fatto un podcast”
“Il podcast “Veleno” è diventato una serie tv su Amazon”
“Spotify ha comprato in esclusiva i podcast di Joe Rogan per 100 milioni di dollari”
Queste sono solo alcune delle frasi che ci siamo sentiti ripetere più spesso in questi ultimi mesi. E in tutti questi casi l’assoluto protagonista è il podcast. Il fenomeno dei podcast – possiamo dirlo ormai con certezza – si è radicato nella nostra vita.
Si parla infatti sempre più spesso e sempre di più di podcast. Un trend in crescita che sta portando intere flotte di creator a produrre centinaia di nuovi podcast ogni giorno, seguendo le orme del fenomeno che si era verificato con YouTube agli inizi della sua ascesa. E mano a mano che aumentano le produzioni aumenta anche l’asticella della qualità, del successo e delle pretese degli ascoltatori.
I brand sono stati tra i primi a intravedere le potenzialità di questo mezzo. A partire da quel “The Message” di General Electric che ha inaugurato la stagione dei branded podcast nel 2015.
E se qualche anno fa contavamo sulle dita di una mano i branded podcast, oggi invece la lista dei podcast prodotti da aziende aumenta di giorno in giorno. Per questo motivo nell’articolo di oggi non vogliamo parlarvi di cosa sia un branded podcast o delle sue qualità. (Questi sono articoli che abbiamo già scritto sull’argomento). Ma vogliamo analizzare più da vicino e con numeri alla mano il trend in crescita dei branded podcast in questi ultimissimi anni.
Branded podcast: un trend in crescita
Secondo un’analisi realizzata da Chartable, una società di misurazione di podcast degli Stati Uniti, nel 2020 sono stati circa 4500 i branded podcast attivi su Apple Podcast. E ci si aspetta che nel 2021 questo numero possa quasi raddoppiare sfiorando le 9 mila unità:
Come possiamo notare dal grafico – che ricordiamo tiene conto esclusivamente dei contenuti branded disponibili su Apple Podcast – dal 2015 ad oggi la crescita nel numero di branded podcast disponibili è stata decisamente notevole. Nel 2015 quando General Electric ha scommesso su questo strumento innovativo ha aperto la strada ai branded podcast. In quel momento storico però pochissime aziende erano disposte a rischiare imitando ed emulando il suo esempio.
Numeri in aumento nel 2016 e 2017 ma senza grossi picchi. Nel 2016 anche Tinder e eBay pubblicano il loro primo branded podcast. Nonostante ciò, fino al 2017 i branded podcast disponibili su Apple sono ancora meno di 1000.
E’ soprattutto a partire dal 2018 che i numeri del branded podcast cominciano a crescere in maniera importante, non solo nel panorama americano ma anche in Europa e in Italia. In Italia il primo branded podcast viene realizzato da Verti Assicurazioni “Sbaglio strada e cambio vita” nel maggio del 2019, a cui seguirà pochissimi mesi dopo – nel luglio dello stesso anno – “Prime Svolte”, il primo branded podcast in Italia nel settore dell’automotive.
2015 – 2021: cos’è cambiato nel panorama della comunicazione e del marketing mondiale?
Sono passati davvero pochi anni da quando il branded podcast ha fatto la sua comparsa nel panorama della comunicazione mondiale. Tuttavia, viviamo in un mondo digitale che è frenetico e che è governato dalla fugacità di mode passeggere di cui noi stessi ci dimentichiamo velocemente. In questo contesto allora il branded podcast ha avuto una crescita costante nel tempo ma piuttosto lenta e graduale.
Proprio in questo aspetto sta la forza del podcast e del branded podcast. Il podcast è uno strumento nato per restare perché raccoglie in sé delle caratteristiche a cui siamo abituati e che amiamo dall’inizio dei tempi: la voce, l’audio, le storie, il racconto, le emozioni. Cambia il mondo in cui fruire questi elementi. Cambiano le modalità in cui si raccontano le storie. Ma non ci stancheremo mai di ascoltare una storia o di ascoltare una voce che ci vuole comunicare un messaggio o trasmettere delle emozioni e sensazioni.
Il podcast è poi il regno dell’audio in un mondo invece dominato dalle immagini e dalla componente visiva. E questa “eccezionalità”, premiata da numeri in costante ascesa, testimonia il nostro bisogno di uno strumento che finalmente ci dia voce al di là di ogni costruzione, di ogni apparenza, di ogni filtro o di ogni illusione del perfetto tipica dei social media basati sull’immagine.
Nel 2015 i tempi non erano ancora maturi per dare avvio al boom dei branded podcast. Negli ultimi 5 anni tuttavia il panorama del marketing è cambiato e l’audio ha trovato sempre più posto da protagonista tra le prime fila della comunicazione mondiale:
- Nel corso di questi anni c’è stata la definitiva consacrazione dello streaming. Se pensiamo che anche le classifiche musicali hanno dovuto iniziare a conteggiare gli stream capiamo l’importanza e la portata del fenomeno. Ormai siamo abituati a fruire buona parte dei contenuti digitali in streaming: musica, video, serie tv e podcast. Il podcast ha tratto grandi benefici da questa evoluzione in quanto si configura come un contenuto audio on demand e dunque in streaming.
- In secondo luogo i grandi colossi dello streaming mondiale, da Spotify ad Apple passando per Google e Amazon Music, hanno investito e continuano a investire milioni di dollari nel settore dei podcast. Sia per l’acquisizione di compagnie specializzate nella produzione di podcast che per l’acquisizione in esclusiva dei prodotti audio più popolari e ascoltati sul mercato. Tra i giganti del digitale si è venuta a creare una sorta di “Guerra Fredda” in cui ad ogni mossa dell’avversario si risponde con un’altra azione in un clima di cui a beneficiarne è l’intero ecosistema audio con evoluzioni e miglioramenti continui. Un acceleratore dunque di sviluppo.
- L’audio da cenerentola della comunicazione mondiale ha spiccato finalmente il volo. In questi ultimi anni si sta assistendo ad un boom non solo dei podcast (qui i dati per l’italia nel 2020) ma anche di audiolibri e social media completamente audio. Il più famoso in questo senso è indubbiamente Clubhouse. Anche Twitter e Facebook stanno studiando e implementando nuove funzionalità che diano valore alla componente audio dei loro social.
- Sempre più brand stanno realizzando branded podcast sulla scia del successo e dei vantaggi dati dai branded podcast prodotti da altre aziende prima di loro. Un passaparola dunque positivo. Per ogni settore merceologico esistono poi dei benefici e delle caratteristiche specifiche. Ricordiamo i branded podcast del settore automobilistico, quelli del settore food & drink e i branded podcast del settore farmaceutico, giusto per fare qualche esempio
- Infine, ma non per importanza, in questi anni la pubblicità si è inserita nel mondo dei podcast. E quando questo succede significa che le possibilità di guadagno sia da parte dei creator che dei brand tendono ad aumentare vistosamente dando vita ad un mercato florido capace di generare ricchezze. Il podcast advertising genera già oggi una cifra prossima al miliardo di dollari negli Stati Uniti. E nei prossimi anni tale valore è destinato a crescere ulteriormente.
Conclusione
Con un trend di ascoltatori in continua crescita e un esercito di podcaster che diviene sempre più folto, è certo che sentiremo parlare sempre più spesso di branded podcast anche in futuro.
Inevitabile anche che le aziende, che fino ad oggi non si sono avvicinate al mondo dell’audio, lo faranno nel giro di breve tempo. Perché il podcast è uno strumento che permette una comunicazione intima ed autentica come nessun altro strumento digitale è in grado di fare oggi.
Se sei un’azienda e vuoi capire come funziona il mondo dei branded podcast e realizzarne uno puoi contattarci direttamente. Siamo certi che questo sia il momento giusto per arrivare in tempo su un mezzo come il podcast che può garantire vantaggi impareggiabili per le aziende e per i brand.