Quando si parla di podcast, non si può non parlare di distribuzione, perché senza di essa, il podcast non verrebbe mai pubblicato sulle piattaforme di ascolto più conosciute, come Spotify o Apple podcasts.
Eh, no, mi dispiace darti questa notizia, ma pubblicare un podcast non equivale ad ottenere milioni di nuovi ascoltatori. La promozione e la distribuzione di un podcast sono due cose ben diverse.
Ma cosa significa “fare distribuzione”?
Cosa significa distribuire un podcast?
Teoricamente, pubblicare un podcast consiste semplicemente nell’azione di comunicare alle piattaforme di ascolto che il nostro podcast esiste, è disponibile online e che quindi può essere mostrato ai nostri utenti. Per compiere quest’azione è necessaria soltanto una cosa: avere ben chiaro qual è il feed RSS del podcast che si vuole distribuire ed essere sicuri che si tratti di un Feed Pubblico.
Facciamo un piccolo passo indietro. Che cos’è un feed RSS?
Se sei agli inizi probabilmente questo termine non ti sarà molto familiare, ma se fai podcast è importante che tu sappia di cosa stiamo parlando.
Se ancora non hai avuto modo di farci amicizia, spero che dopo questo articolo tu ed il feed RSS diverrete grandi amici.
Che cos’è il Feed RSS del podcast?
Tecnicamente il feed RSS viene definito come:
“un flusso di informazioni che permette di diffondere i propri contenuti online…”
Ma non ci interessa tutta la storia della nascita del podcast… ci interessa soltanto capire perché è importante per il podcast.
Il podcast feed RSS sostanzialmente non è altro che un “link”, all’interno del quale sono contenute tutte le informazioni riguardanti il nostro podcast. Titolo, autore, descrizione, episodi, immagini, etc.
Questo link è fondamentale per chi fa podcasting, perché senza di esso non può esistere il podcast. Ecco un esempio di feed RSS:
⚠️ Le piattaforme di ascolto come Spotify o Apple, a differenza di quello che si pensa, non caricano il nostro podcast sui loro server, ma prendono le informazioni che gli servono dal nostro feed RSS. That’s it.
Gli hosting
Per questo gli hosting svolgono un ruolo fondamentale, perché permettono a noi podcasters di creare, appunto, questo feed RSS per ogni nostro podcast. Un nostro link, unico ed esclusivo.
(C’è anche la possibilità di crearlo manualmente utilizzando un proprio dominio web, ma lo sconsiglio vivamente perché implica troppo impegno senza ottenere alcun beneficio.)
Tra i più comuni hosting utilizzati troviamo Anchor, Spreaker, Libsyn e Podbean, ma la scelta dell’hosting dipende molto dalle necessità di ciascuno di noi. Se sei un podcaster indipendentemente, una soluzione free può andar bene per partire, mentre se sei una realtà più strutturata, potresti aver bisogno di qualcosa più specifico per le tue esigenze (in questo caso, è sempre meglio affidarsi a realtà come la nostra, per scoprire quale soluzione tecnologica è adatta al caso specifico).
Per farla breve, gli hosting ci forniscono uno spazio server in cui depositare i file audio dei nostri episodi e poi ci permettono di creare il feed, che sarà sempre aggiornato automaticamente ad ogni modifica, e ci servirà per poter poi distribuire sulle piattaforme di ascolto i nostri contenuti.
Perché, sì, le piattaforme hanno bisogno che qualcuno gli comunichi che il nostro podcast esiste!
Se vogliamo che ricevano queste informazioni, bisogna comunicare alle piattaforme di ascolto che il nostro feed RSS esiste “nell’internet”, altrimenti il nostro contenuto non vedrà mai la luce.
Ed ecco quindi che ora la distribuzione di un podcast acquisisce un ruolo importante, anzi fondamentale, per la corretta diffusione di un podcast.
Distribuzione Automatica o Manuale?
Adesso che abbiamo compreso come funziona “tecnicamente”, è il momento di fare una scelta: distribuzione automatica o manuale?
Sempre più hosting provider hanno implementato la possibilità di distribuire in modalità automatica il proprio podcast, semplicemente con un click. Ma è veramente una scelta saggia?
Sicuramente è una pratica molto comoda e veloce, ma dal nostro punto di vista, non efficace come la distribuzione manuale. Il motivo è molto semplice: non abbiamo il controllo di quello che accade al nostro podcast.
Facciamo un piccolo passo indietro. Nel momento in cui lasciamo che sia il nostro hosting provider a distribuire per noi il podcast, non stiamo comunicando alle piattaforme che il podcast esiste ed è nostro, ma semplicemente che esiste ed è disponibile all’ascolto. Si tratta di un dettaglio non poco trascurabile, perché questo piccolo dettaglio ci priva di molte possibilità, tra cui dati aggiuntivi ed esclusivi che ogni piattaforma di ascolto ci permette di avere e, se in futuro volessimo cambiare hosting, ci creerebbe non pochi problemi (ma di questo ne parliamo alla fine dell’articolo).
Quindi conviene distribuire automaticamente?
Non conviene, nonostante sia un processo veramente semplice, abbiamo molto di più da perdere che da guadagnare.
Ma non disperare, se hai già effettuato la distribuzione automatica non è un problema, si può sempre recuperare tutto, adesso vediamo come.
Ma prima ancora, per tornare alle basi, come si carica un podcast su Spotify? Ecco il video che abbiamo preparato sull’argomento:
La distribuzione manuale
Devi sapere che le principali piattaforme di ascolto podcast gratuite, Spotify, Apple Podcasts e Google Podcasts, hanno creato una piattaforma dedicata ai podcasters per poter distribuire correttamente il proprio podcast ed avere accesso a statistiche (relative solo a quella piattaforma di ascolto) esclusive per il podcaster.
Qualora tu avessi già fatto la distribuzione automatica (e quindi il tuo podcast già presente sulle piattaforme) o fosse la prima volta che provi a distribuirlo, è importante sapere quali sono queste piattaforme:
- Spotify: podcasters.spotify.com
- Apple: podcast.connect.com
- Google: googlepodcastmanager.com
Una volta fatto il login in ognuna di queste piattaforme, non ti resta che avviare il processo di invio del tuo podcast (qualora fosse la prima volta in assoluto) oppure di claim, qualora avessi già fatto la distribuzione.
In questo modo Apple, Spotify e Google avranno modo di sapere che:
- Il tuo podcast esiste ed è pubblico, grazie al feed RSS
- Il feed RSS è soltanto tuo, grazie al processo di verifica
E così, tu potrai avere accesso alle dashboard con dati aggiuntivi e attendere che il tuo podcast venga correttamente distribuito ovunque.
(Apple e Google solitamente ci impiegano qualche giorno, mentre Spotify è abbastanza veloce nella verifica, al massimo 15 minuti).
E tutte le altre piattaforme di ascolto?
Il bello dei podcast è anche quello di poterli distribuire su molteplici piattaforme, ma come si fa? Prima di vedere questo punto, consiglio sempre di distribuire il podcast ovunque, dando la possibilità agli ascoltatori di ascoltare ovunque, su qualsiasi dispositivo, nella modalità che preferiscono e, eventualmente, focalizzare la propria strategia di promozione, soltanto su una o due piattaforme.
Una volta effettuata correttamente la distribuzione sulle piattaforme di ascolto principali, è il momento di distribuire su tutte le piattaforme di nicchia o meno conosciute, ma è davvero un processo così lento? Assolutamente no.
Molte piattaforme come Pocket Cast, Cast Box, Overcast, etc. sono comunemente chiamati Podcatcher.
Un podcatcher non è altro una piattaforma che trasmette il feed RSS dei podcast presenti su Apple Podcasts, automaticamente, senza alcun intervento da parte nostra. Dal momento in cui un nuovo podcast è disponibile su Apple, i podcatcher individuano il feed RSS e, tempo qualche giorno, lo inseriscono automaticamente nella loro piattaforma.
Non ci resta che aspettare e il gioco è fatto. (ricorda che, in questo caso, il tuo podcast sarà visibile, ma qualora volessi claimarlo, dovresti accedere alla piattaforma di riferimento ed effettuare il loro processo di verifica)
Ci sono, però, piattaforme poco utilizzate in Italia, che richiedono anch’esse una distribuzione manuale. Detto sinceramente, nessun ascoltatore italiano utilizza queste piattaforme, ma se avessi un podcast in un’altra lingua o volessi comunque distribuirlo lì, ecco le piattaforme sulle quali avrebbe senso inviare il podcast:
E Amazon?
Amazon ha iniziato a muovere i suoi passi nel mondo del podcasting, comprando per oltre 1 milione di dollari il dominio podcast.com e dando la possibilità di inserire all’interno di Amazon Music i podcast, soltanto in UK e US (al momento in cui questo articolo è stato scritto), ma a breve ci aspettiamo che questa funzione sarà implementata anche in altri Stati, tra cui l’Italia.
Nonostante Audible, sia di proprietà Amazon, il colosso americano ha sempre tenuto questa piattaforma come esclusiva per audiolibri e podcast originali. Amazon Music invece darà la possibilità a tutti i podcasters di distribuire il proprio podcast a tutti gli utilizzatori dell’App.
Per farlo, al momento è necessario compilare un modulo e, nel momento in cui sarà possibile visualizzarli in Italia, saremo aggiornati.
Errori da evitare
Nonostante il processo di distribuzione possa apparentemente sembrare semplice, è importante evitare di commettere alcuni errori che potrebbero irrimediabilmente causare problemi al tuo podcast. Spesso queste problematiche sono collegate ad un cambio hosting (e quindi ad un cambio di feed RSS), ma non ti preoccupare, si possono tranquillamente evitare.
Non effettuare la distribuzione dello stesso podcast tramite differenti Feed RSS
Come detto all’inizio, il feed RSS è il miglior amico del podcaster, ma ci sono situazioni in cui un podcast potrebbe aver necessità di avere più feed RSS. Nel caso in cui si voglia creare un feed privato, un feed senza pubblicità, oppure cambiare hosting, ci troveremo nella situazione in cui il nostro podcast potrebbe avere differenti feed RSS.
Per evitare di creare duplicati sulle piattaforme di ascolto, è importante assicurarsi di aver eseguito correttamente la distribuzione ed aver accesso alle singole piattaforme (facendolo in manuale si perde questo passaggio!). Questo perché, nel momento in cui il feed RSS dovesse cambiare per qualsiasi motivo, avremo la possibilità di comunicarlo a Spotify, Apple o Google, senza dover in alcun modo, ripetere la procedura di distribuzione. Se dovessimo ripetere la procedura con un nuovo feed, le piattaforme lo tratteranno come un nuovo podcast, e quindi un doppione!
Cambio hosting? Effettua una migrazione del feed RSS corretta al fine di evitare duplicati sulle piattaforme
Ci sono casi in cui si ha la necessità di cambiare hosting e, questo, significa solo una cosa: nuovo feed RSS. In questo caso, assicurati di aver seguito correttamente la procedura di migrazione che il tuo hosting di fornirà. Attenzione: una volta effettuato il reindirizzamento del vecchio feed RSS a quello nuovo, non sarà necessario effettuare nuovamente la distribuzione!!! Andrà solo comunicato alle piattaforme di ascolto, tramite la loro piattaforma per podcasters, che c’è stato un cambio feed. Altrimenti, rifacendo la distribuzione, verrà creato un doppione del podcast!
Per concludere
Bene, mi auguro che arrivato a questo punto, tu sappia tutto quello che c’è da sapere per effettuare correttamente la distribuzione di un podcast, evitare errori e permettere ai tuoi ascoltatori di trovare il podcast ovunque essi vogliano. Può sembrare una procedura apparentemente semplice, ma gli errori sono dietro l’angolo, soprattutto se è la prima volta che ti approcci a questo mondo.
Per questo, abbiamo creato la Podcast Community Italia, per dare ai creators di domani gli strumenti necessari per imparare, migliorare e crescere il proprio podcast!