La scorsa settimana la notizia dell’accordo tra Spotify e Joe Rogan ha fatto il giro del mondo. E ha fatto parlare le principali testate giornalistiche del settore media e non solo. Ecco l’annuncio direttamente dal profilo Twitter di Joe Rogan e ripresa anche negli altri suoi social come Facebook e Instagram:
L’accordo, dal valore stimato superiore ai 100 milioni di dollari, prevede che Spotify abbia l’esclusiva sulla distribuzione del podcast “The Joe Rogan Experience”, a partire dalla fine di quest’anno.
Ma perché questo avvenimento ha fatto così tanto scalpore?
Cerchiamo di trasferire il discorso in ambito musicale per rendere a pieno la portata che questo accordo ha avuto nel panorama mediatico globale.
Immaginate che Spotify compri in esclusiva l’intero catalogo di Michael Jackson e trasferite, seppur con dimensioni e cifre minori, lo stesso discorso sui podcast. Questo è esattamente quello che l’azienda di streaming svedese ha fatto con un accordo capace di far impennare in pochi minuti il valore di mercato di Spotify dell’incredibile cifra di oltre 1 miliardo di dollari.
Ed ecco in grafico l’impatto che la notizia dell’esclusiva ha avuto sul valore di mercato totale di Spotify, che in soli 23 minuti è salito del 5%.
Ora immaginate anche cosa significhi per gli altri servizi di streaming vedere il proprio catalogo inaridirsi e privarsi di un nome così di spicco nel panorama podcast, capace di rimanere per mesi incollato al numero uno delle principali classifiche di podcast.
Questo accordo di esclusiva ha quindi di riflesso portato gli altri big player del settore podcast come Amazon e Apple a muoversi velocemente per non perdere terreno nei confronti del competitor svedese.
Amazon per esempio introdurrà presto i podcast all’interno di Amazon Music mentre Apple, secondo delle indiscrezioni, avrebbe iniziato a comprare dei podcast originali per promuovere Apple Tv+.
Ma come ha fatto Joe Rogan a divenire il Michael Jackson dei podcast?
Chi è Joe Rogan?
Nato in New Jersey nel 1967, quella di Joe Rogan fino a giungere a “The Joe Rogan Experience” è una carriera prevalentemente televisiva come comico e commentatore.
Uno dei primi grandi successi di Joe arriva nel 1995 quando partecipa come attore nella sitcom “NewsRadio” trasmessa fino al 1999 dall’emittente televisiva americana NBC. In questa sitcom, Joe Rogan interpreta il personaggio di Joe Garrelli, un italo-americano tuttofare che ha molti degli aspetti del Joe Rogan persona: spiritoso, divertente e fuori dagli schemi.
Nel corso delle puntate infatti, il personaggio sembra divenire sempre più simile all’attore e allo stile che imporrà, qualche anno più tardi, con il Joe Rogan podcast “The Joe Rogan Experience”. Si tratta di un uomo che fa tutto quello che si trova davanti a modo suo, dotato di grande inventiva e creatività. Un self-made man. Proprio come Joe Rogan.
Nel 2001 per Joe arriva una nuova grande occasione e diviene conduttore del celebre reality show “Fear Factor” per sei stagioni consecutive. NBC sceglie proprio Joe come conduttore di un reality che funga da risposta nei confronti del più popolare “Survivor”, trasmesso invece sull’emittente concorrente CBS. Come dichiarato da Joe, questa esperienza di conduttore diviene per lui un enorme bacino da cui attingere i contenuti per la sua carriera da comico. Ma non solo: “Fear Factor” permise, infatti, a Rogan di farsi conoscere da milioni di americani, divenendo una vetrina di popolarità decisiva per il futuro successo da podcaster.
Parallelamente alla carriera televisiva, Joe era anche impegnato in una serie di spettacoli comici dove ebbe la possibilità di conoscere una figura determinante nella nascita del suo podcast: Brian Redban. Brian venne infatti assunto da Joe con l’incarico di filmare e produrre video dei dietro le quinte dei suoi tour in modo da creare materiale per arricchire il sito web del comico statunitense.
“The Joe Rogan Experience”
La richiesta da parte del pubblico per i contenuti di Joe era inaspettatamente alta e segnò l’inizio del concetto alla base di “The Joe Rogan Experience”.
Il grande successo, quello che in pochi riescono a raggiungere, Joe non lo conquistò infatti con la tv o con gli spettacoli comici. Lo raggiunse bensì con un medium che nel 2009 aveva solo 5 anni d’età. Un medium che da lì a poco sarebbe esploso nella scena della comunicazione mondiale: il podcast.
Fu proprio il 2009 l’anno decisivo per Joe che, insieme all’amico Brian Redban, lanciò il suo podcast. Si trattava all’inizio di una semplice conversazione davanti ad un pc tra due amici e trasmessa sia in formato audio che video live su Ustream.
Ecco una scena tratta dal podcast di Joe Rogan.
A distanza di un anno dall’inizio di quest’avventura lo stesso Joe affermò:
Il podcast era totalmente organico. Partiva con me e Brian seduti di fronte a dei cavolo di computer. Ha quasi un anno ormai e in questo anno si può notare la completa evoluzione. Dallo stare seduti di fronte a dei pc ad avere dei microfoni e delle tavole armoniche professionali. Per molto tempo i nostri ascoltatori si sono lamentati dei problemi acustici così abbiamo deciso di risolverli aumentando la professionalità della registrazione.
Ora questo podcast non è solo me e Brian che parliamo… Ho ospiti ogni giorno e ricevo continuamente email da persone che vorrebbero promuovere i loro libri o altri prodotti nel mio show.
Semplicemente è accaduto, non mi sono detto “hey, voglio creare il mio personale show. E visto che nessuno vuole darmelo, lo creo io stesso”. No. È semplicemente accaduto.
Da lì a poco tempo, il podcast aumentò esponenzialmente i suoi ascoltatori. E, nel 2010, prese il nome con cui oggi è conosciuto: “The Joe Rogan Experience”.
Il podcast di Joe Rogan può essere inquadrato nello stile dei classici talk-show all’americana, con la presenza di ospiti importanti tra cui politici, musicisti e attori con i quali il conduttore interagisce, creando talvolta anche dei momenti controversi in grado di arrivare in tutti i quattro angoli del pianeta attraverso le testate giornalistiche mondiali.
Questo è il caso della puntata del 6 settembre del 2018 in cui Joe intervistò uno dei massimi imprenditori al mondo, Elon Musk. Durante l’intervista infatti, durata più di due ore, Elon era intento a fumare marijuana e bere whiskey mentre chiacchierava con Joe. Le reazioni alla diretta della puntata non si fecero attendere e la casa automobilistica Tesla arrivò a perdere addirittura il 10% nella borsa di Wall Street. Questa controversia rese al tempo stesso la puntata una delle più ascoltate e viste di sempre nella storia dello show.
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L’ascesa come Pod-star
L’episodio di Elon Musk non solo ci aiuta a comprendere lo stile irriverente e talvolta borderline di “The Joe Rogan Experience” ma ci permette anche di osservare quanto popolare e influente sia la trasmissione di Joe Rogan, capace di smuovere i mercati finanziari di Wall Street e persino i sondaggi dei principali candidati politici alla Casa Bianca.
Nella classifica stilata da Forbes sui podcaster più pagati del 2019, Joe Rogan entra direttamente alla prima posizione con 30 milioni di dollari di guadagni. Questi 30 milioni derivano principalmente da “The Joe Rogan Experience” e dalle vendite dei prodotti ad esso correlati come merchandise, tour e abbonamenti a pagamento.
Il podcast esiste da più di dieci anni ormai, ma è soprattutto negli ultimi anni che è stato in grado di attirare l’interesse del pubblico, degli inserzionisti e delle aziende trasformando il mercato dei file audio in un affare che vale milioni di dollari.
Ecco perché Joe Rogan può essere considerato il Michael Jackson dei podcast. Capace di dare vita ad un impero finanziario che nulla ha da invidiare ad altri tipi di format come le trasmissioni tv o radiofoniche. E capace anche di creare un brand della persona che diviene un vero e proprio marchio di fabbrica di cui fidarsi.
Se è vero che Joe Rogan è il Michael Jackson dei podcast, Spotify non poteva certo lasciarsi scappare la possibilità di strappare un accordo che si inserisse sulla strada ormai intrapresa da alcuni anni dal colosso svedese per divenire la piattaforma numero uno al mondo per l’ascolto di podcast.
E questo infatti è quello che è successo.
Un accordo da 100 milioni di dollari
Spotify da alcuni anni sta puntando molto sul mercato dei podcast, avendo compiuto una serie di acquisizioni nel settore per una cifra superiore ai 400 milioni di dollari. E proprio in questa direzione si inserisce l’accordo firmato tra l’azienda svedese e Joe Rogan.
Martedì 19 Maggio Spotify ha infatti annunciato che “The Joe Rogan Experience” diventerà una sua esclusiva entro la fine dell’anno. Spotify diverrà in questo modo l’unico distributore del podcast sul quale però Joe Rogan manterrà il completo controllo creativo ed editoriale. In realtà, il cambiamento comincerà a farsi strada già a partire dal 1 settembre quando il podcast inizierà ad essere distribuito anche su Spotify, pur rimanendo per qualche mese ancora disponibile sulle altre piattaforme.
Su YouTube, come annunciato da Joe, continueranno ad essere proposti degli estratti video delle puntate. Tuttavia, per seguire l’intera trasmissione si dovrà obbligatoriamente accedere a Spotify, che comunque garantirà un “free access” al podcast.
Cosa cambia per il mercato dei podcast?
Questa significativa mossa di Spotify è destinata ad avere delle forti ripercussioni sul mondo dei podcast. I principali concorrenti di Spotify tenderanno infatti a intraprendere decisioni altrettanto vigorose per non perdere terreno nei confronti dell’azienda svedese.
A trarne vantaggio sarà l’intero mercato dei podcast spinto a divenire un terreno di battaglia decisivo per le aziende leader nella distribuzione dei contenuti media. Il mondo dei podcast ha ormai catturato l’interesse delle piattaforme di distribuzione che hanno compreso i benefici di avere dei podcast popolari nei propri cataloghi.
Spotify, infatti, acquisendo in esclusiva il podcast di Joe Rogan, si è garantita l’entrata nella propria piattaforma di milioni di ascoltatori del “The Joe Rogan Experience”, il quale fa registrare numeri davvero importanti con circa 190 milioni di download mensili. La migrazione di milioni di ascoltatori da Apple e YouTube a Spotify permetterà all’azienda svedese di poter convertire questi ascolti in potenziali sottoscrizioni ai servizi premium. E quindi in ingenti quantità di denaro.
Infine, ciò che ci colpisce sono le potenzialità di un medium come il podcast. “The Joe Rogan Experience” è un singolo show con un solo conduttore e un semplice microfono. Un “microfono” che vale adesso 100 milioni di dollari e che ci dice che il podcast non è mai stato così vivo come ora.
Sono sempre più anche le indiscrezioni che riguardano la trasformazione di contenuti podcast di successo in serie tv o viceversa. Un esempio proviene dalla contromossa che Apple sarebbe pronta a realizzare, investendo milioni di dollari nell’acquisto di podcast popolari per trasformarli in serie tv di successo della sua Apple Tv+. E anche nella realizzazione di podcast partendo dalle serie tv presenti nel suo catalogo.
Insomma, quello del podcast è davvero un ecosistema di comunicazione e marketing che i grandi colossi dell’intrattenimento sembrano già aver compreso pienamente.
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